Vigili del Fuoco Volontari e Aviazione dell’Esercito in addestramento congiunto.
Numerose sono le occasioni in cui i vari Enti della Protezione Civile e l’Aviazione dell’Esercito si trovano a lavorare fianco a fianco in caso di calamità naturali.
Allo scopo di aumentare sempre di più la standardizzazione e la sinergia tra queste organizzazioni,risulta di fondamentale importanza la possibilità di effettuare un’attività addestrativa congiunta tutte le volte che è possibile.
Questo il motivo che sabato 14 novembre u.s. ha visto lo svolgimento dell’esercitazione “Adige 2015″,un evento coordinato e organizzato dal Commissariato del Governo di Bolzano e che ha interessato la Protezione Civile Alto Atesina,vari Corpi di Vigili del Fuoco Volontari della zona del meranese,oltre a personale e mezzi,tra cui un elicottero AB205, del 4° Reggimento dell’AVES “ALTAIR”.
Il tema principale dell’esercitazione,era la simulazione della rottura degli argini da parte del fiume Adige nel territorio del paese di Lana,nel tratto di confluenza col rio Valsura, a fianco della superstrada Bolzano-Merano e nel contempo,verificare la sequenza delle procedure di intervento che devono essere attuate per fronteggiare una calamità naturale.
Ad una sala operativa unica,il compito di gestire la complessa “macchina dei soccorsi”,coordinare gli interventi di tutte le istituzioni in grado di fornire mezzi,personale e attrezzature per gestire l’emergenza e portare aiuto alle popolazioni interessate all’evento,oltre che porre in sicurezza le infrastrutture danneggiate.
Il compito svolto dal 4° ALTAIR,era quello di trasportare al gancio baricentrico dell’AB205 il materiale per rispristinare gli argini del fiume,nella fattispecie si trattava di sacchetti di sabbia preparati per contenere l’esondazione e fornire il necessario personale tecnico di supporto a tutta l’operazione.
Una cava di ghiaia situata a pochi chilometri dal luogo dell’intervento,veniva scelta come base avanzata da cui condurre l’attività con l’elicottero,dove veniva posizionata anche un’ autocisterna con il carburante per il velivolo e gli specialisti addetti alla movimentazione dei carichi.
I Vigili del Fuoco Volontari,con le loro attrezzature provvedevano a preparare i sacchetti di sabbia per poi metterli in capaci sacche,per un peso complessivo di circa 600kg ciascuna. Una volta preparate queste sacche e portate sul luogo di raccolta,entravano in azione gli uomini dell’AVES,che dopo un definitivo controllo,contattavano l’equipaggio del velivolo per il recupero.Spettacolare la manovra di aggancio del carico,con l’elicottero in hovering a poco meno di due metri da terra e lo specialista che tra nuvole di sabbia sollevate dal flusso del rotore,armeggiava al gancio baricentrico. Delicata anche la manovra di decollo,con una lenta salita fino alla completa distensione del cavo reggi sacca per poi portarsi sulla zona di scarico,dove altri specialisti provvedevano allo sgancio e i VVF sistemavano i sacchetti di sabbia sull’ipotetico argine distrutto.
Esercitazioni di questo tipo sono fondamentali sia per gli uomini dell’AVES che per gli enti che si trovano ad operare con loro,sviluppando quell’integrazione reciproca nell’utilizzo di procedure comuni che assicurano la massima celerità in caso di impiego reale, oltre a permettere di minimizzare i rischi operativi connessi agli interventi di soccorso.
Come in tutte le esercitazioni,si cerca di ottenere il massimo ritorno in termini di addestramento e per gli uomini del 4° ALTAIR,questa occasione è stata sfruttata nel migliore dei modi,iniziata al mattino con un briefing dettagliato sull’operazione che si andava a svolgere,l’allestimento di una base operativa avanzata con un posto di rifornimento carburante,oltre a consentire a due equipaggi di volo e ai tecnici a terra di svolgere attività con carichi sospesi.
La “Adige 2015″ si concludeva nel tardo pomeriggio tra la soddisfazione dei vari responsabili dei reparti presenti per gli obiettivi raggiunti,forse normale routine, ma un ulteriore tassello acquisito sul piano della sicurezza e del’esperienza personale.
Testo e foto: Sergio Morari